Lo avevamo lasciato l’anno scorso nel Colorado, a conquistare un sesto posto nel campionato mondiale di corsa in montagna di lunghe distanze. Sabato 4 luglio cambia lo scenario, ma la competizione sarà sempre accesa e “estrema”, con gli oltre 1600 metri di dislivello che aspettano Tommaso Vaccina (Cambiaso Risso) in occasione del Challenge mondiale di corsa in montagna (distanze lunghe) a Zermatt (Svizzera), famosa località turistica del Vallese con il Cervino a osservare, quasi in maniera beffarda, le fatiche dei grimpeur maratoneti giunti da tutto il mondo, in uno scenario agonistico sempre più globalizzato. Nonostante tutto, l’Italia , dalla scuola ricca di nomi mitici come Bonzi, Vallicella, Molinari, Tadello, De Gasperi, Confortola, può dire ancora la sua. Vaccina l’anno scorso si è piazzato al sesto posto. Con lui gareggiano Francesco Puppi, Gerd Frick, Massimo Mei e Alessandro Rambaldini. Si tratta di racimolare punti preziosi e di competere all’altezza di nazioni emergenti come Kenya (Njoroge, Ngare, Isaac Kosgei), addirittura la Bulgaria (Shaban Mustafa) e ovviamente i campioni in carica degli Usa, che si trasformano letteralmente in gara.
Stanford, California (USA), 1 maggio 2010. Ci sono due serie dei 10000 m nel meeting internazionale, che è la prima verifica della stagione all’aperto. Sembra che ci sia qualcosa nell’aria, perché i migliori mezzofondisti Usa del momento sembrano intenzionati a correre forte. Seguendo i programmi di Alberto Salazar, tre volte vincitore della Maratona di New York (1980-’81-’82) , gli Stati Uniti sembrano essere tornati al ruolo leader degli anni settanta e a contrastare il predominio keniano.Galen Rupp, giovane di belle speranze, scandisce il ritmo insieme con il keniano naturalizzato canadese Bairu, con il keniano Salel e con Tim Nelson. I giri volano al ritmo di sessantasei secondi ogni 400 m. Poco prima del passaggio ai 5000 m Chris Solinsky, mezzofondista alto e potente, classe 1984, si accoda al gruppo di testa. Sembra non faticare. Il passaggio, sorprendente perché i leader non sono troppo conosciuti, è di 13’35”. Ma la gente non si scalda ancora, sembra quasi presagire un calo. Invece.. …invece Rupp inizia a inanellare giri a 65 secondi. Nelson si stacca: restano in quattro. Lo speaker inizia a dire che potrebbe concretizzarsi il nuovo record americano. Solinsky , nativo del Wisconsin, fa sfogliare a più di un giornalista il manuale delle Giovani marmotte: è accreditato di 3’35” sui 1500. Ma qui si tratta dei 10000: “A new territory”, dice il commentatore della TV americana poco prima che si compia un miracolo: ai quattromila affianca Rupp e lo supera. Prende 20 metri di vantaggio. Salazar inizia a gridare a bordo campo: Solinsky compie il penultimo giro in 58 secondi. Tutto lo stadio è in piedi all’ultimo giro. Si capisce che Chris vincerà, si capisce che migliorerà il record americano di Keflezighi (27’13”98), ma , frutto di una volata drammatica negli ultimi cento metri , il tempo è incredibile: 26’59”60, primo non africano a scendere sotto il limite dei 27 minuti.Solinsky è stato capace di correre i secondi 5000 m in 13’24” e gli ultimi due giri in 1’56”. Peccato che, dopo una stagione trionfale, culminata anche in un signor tempo sui 5000 m (12’55”53), si sia infortunato a un tendine. Di lui si sono perse attualmente le tracce…….