Amarcord- La gara del Monte Gazzo

Nessun confine fra Geologia e corsa. Mio pensiero. 24 giugno 1993, Festa patronale di Genova. Scalata al Gazzo. Rilievo calcareo sopra Sestri Ponente, sventrato dai giacimenti, direi bucherellato. Saremo duecento in piazza Baracca, accolti da Vittorio Badano che inanella al megafono uno dei suoi ritornelli:"Al via podisti dalla Liguria, Toscana, Piemonte, Lombardia..." In testa va subito Fulvio Mannori, uno dei ras su strada dell'epoca. Già in via Merano avrà cinquanta metri di vantaggio. Parto con cautela con Arnaldo Ferrari della Podistica Mele, uomo da percorsi spaccagambe. Mai fatta la gara. Fa caldo, fa ancora più caldo quando si devia a destra in via Rollino. Sembra quasi di ribaltarsi. La locomotiva umana di Savona, come lo chiamano, continua. Salita davvero dura, nessuna tregua fino al viadotto di via Briscata. Fulvio ha quasi cento metri. Sotto la Cappella Carrega Giuliano Di Mascio, allora dt del Circolo Luigi Rum, mi urla:"Fai qualcosa!". Hai fatto il Faudo, no? Avevi il record della Scalata allo Scarpino, chissà quante volte da Villa Gentile sei andato da solo in vetta al Fasce...Allungo...impossibile che, in questi tornanti senza alberi, senza uno straccio d'ombra, Mannori possa aumentare. Adesso sono da solo. Un tratto che spiana. Mannori è a 50 metri. Si gira. "Lo stai raggiungendo!". Urla Giuliano. Adesso, c'è un falsopiano. Sono a dieci metri da lui. Siamo alla base degli ultimi zig zag che portano in vetta. In questa specie di Golgota Mannori ha la forza di ripartire. Sembra Pantani all'Alpe d'Huez. Mi schianto. Arriva primo Fulvio: 23'20", record della gara. Eccomi, 23'32". "Ti è andata bene, oggi, gli dico, eri vicino!". Fulvio:"E' stata durissima, pensavo di non farcela". Mi abbraccia Paola:"Sai, ho pensato fino all'ultimo...ma sei stato bravo". La gara mi è sembrata, con tutta la sua durezza, corta. Ciao Vittorio e Fulvio!Dovunque voi siate....

 

 

 

 

 

 

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