Ai confini della realtà-Alighiero Noschese

Il compito sembrava facile. “Senti….ci vuole una bella intervista con Marco (nascondiamo il cognome-ndr)…ha fatto dei bei risultati. Su, con un po' di colore…ma mi raccomando: entro le 20 di oggi. La mettiamo domani”. Il caporedattore sportivo de “Il Lavoro” sembrava stranamente deciso a riservare un po' più di spazio al podismo. Non solo: Marco era anche un  compagno di allenamenti oltre che ottimo mezzofondista. Con una telefonata in casa alle 15 l’intervista si poteva avviare a un esito positivo, tranquillo. “Buongiorno, sono Danilo”, dall’altro capo rispose l’inconfondibile voce della madre: “Marco, finiscila!”. Rimasi stupito. Cosa voleva dire? Forse non aveva capito bene…ripartii alla carica: “Signora, sono Danilo, mi hanno incaricato di fare un’intervista estesa che riguarda Marco…non è contenta?: “Su, Marco ! Non continuare, non esagerare…”. Ero sempre più perplesso, cosa poteva succedere mai quel giorno?. “Ma signora, le ripeto, sono Danilo, l’amico di Marco…non mi riconosce?. “E dài , Marco, ti  ho detto che non è giornata…”. Repressi a stento un’incazzatura feroce, buttai giù la cornetta (si, proprio così, non esistevano smartphone) sperimentando tutti i sentimenti. Dall’incazzatura all’incredulità sino a una specie di atarassia, forse catalessi. Dopo circa due ore, ecco una telefonata e un’altra voce nota, il tono leggermente ansiogeno: “Allora, l’articolo? Qui stiamo aspettando, non è che possiamo bloccare tutto fino a’sta c…. di intervista! Ci sono dei problemi?”. “No”, esclamai. “E allora datti una mossa!”. Erano le 19. Ricomposi il numero fatidico: “Buongiorno sono Danilo..”. “Ciao! Sono Marco! Qual buon vento?”. Tirai un sospiro di sollievo. “Meno male! Sai, è successa una cosa strana…Tua madre continuava a dirmi “E finiscila Marco!”, “ E non scherzare!”. Ma cosa poteva esserle successo?”. Sentii una risata incontenibile, poi ecco il mistero risolto: “Devi sapere che io imito benissimo tutte le voci dei i podisti che frequentano Villa Gentile, compreso te!”.  

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