Come si interpreta la corsa- l'Etiopia (prima puntata)
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La prima “ondata etiopica” è degli anni sessanta: Abebe Bikila vince la maratona olimpica di Roma 1960 in 2h15’16”, migliore prestazione mondiale di tutti i tempi. Nei primi dieci arrivati si trovano quattro africani. E’ uno scossone. “In Etiopia ci sono almeno altri dieci come me”, dice Bikila all’arrivo. Allenatore svedese, Bikila è il primo di una lunga serie di grandissimi talenti dell’Etiopia: nel 1964 a Tokyo è di nuovo lui a trionfare all’olimpiade con 2h12’11”, con un altro record mondiale. A Città del Messico, a 2000 metri di quota, Bikila cerca un prestigioso tris di vittorie, ma ha male al ginocchio. Ci pensa Mamo Wolde a trionfare con una corsa leggera e efficiente, in 2h20’26”. Morale: dal 1960 al 1968 all’olimpiade solo vittorie dell’Etiopia. Ecco uno stralcio del training di Bikila.
27.06.1960: mattino- un’ora di allenamento su terreno vario, con tratti di 300 m in rapida salita, seguiti da tratti di 300 m in discesa come recupero. Pomeriggio: quattro corse sul ritmo di 1500 m, effettuate fra 4’12” e 4’18”, con 5’ di recupero.
30.06.1960: 32 km su strada alla media di 3’20”.
07.07.1960: 5000 m in pista in 14’47”8.