La prima volta del Cus Genova in maratona

Ero passato in 1h43'30" al trentesimo chilometro. Proiezione di 2h25'. Un rettilineo infinito. Quasi due ore dalla partenza sparata nel centro di Ferrara, fra due ali di folla. E vento contrario. Adesso però il motore inizia a battere in testa. Qualcuno, dal gruppetto dove sono (Michele Ieva, Giulio Angelino, Elvezio Monastra) se ne va. E io sono lì, a confrontarmi con un senso di intorpidimento. Altro rettilineo, poi svolta a sinistra. Con la coda dell'occhio mi accorgo che Massimo Cugnasco, mio compagno di allenamento, sta rientrando. C'è tanta gente, tutti aspettavano Massimo Magnani. Siamo partiti forti (per le mie possibilità): 16'15" ai primi cinque chilometri. Sotto i 3'20" al chilometro. Un azzardo...Me ne accorgo in prossimità di una porta della città. Cugnasco mi ha raggiunto: "Forza Danilo!". Non ce la faccio a stargli al traino. Ed ecco cos'è la maratona negli ultimi chilometri: una lotta interiore. Tu e la fatica. Tu e i chilometri. La gente applaude. A circa tre chilometri dalla fine un omino urla: "Ha vinto Gerbi davanti a Magnani!". Su uno degli ultimi rettilinei Sergio Lo Presti grida: "Devi arrivare qui!". Racimolo qualche energia e parto. Bene, siamo attorno a 2h28'...No, arrivato in fondo, vedo che ci sono ancora 200 m. E' stato uno stratagemma per farmi sprintare. In questo modo, con i sampietrini davanti al Castello Estense, riesco a scendere sotto le 2h30'00". Chiudo in 2h29'46" , record personale. Vicino i miei consoci e compagni di avventure Marco Pari (2h25'17"), Mariano Penone (2h25'35"), e Massimo Cugnasco (2h29'05"). Quarti come società. Nessuno riesce a parlare. Ascoltiamo solo la fatica e l'acquietarsi della passione.

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