Alla faccia del clima mediterraneo della Riviera, quel giorno a Genova nevica. E' raro vedere la "bianca visitatrice" a Zena, e allora si capisce che, forse, quella sarà una giornata speciale...I tam tam avevano annunciato un 200 metri organizzato proprio per Pietro Mennea. Anno 1983: il primo dell'edizione dei Mondiali di atletica. Sta a vedere che il grande velocista azzurro vuole lanciare un segnale in vista di Helsinki? Il singolare è che, in contemporanea, al palasport si svolge la staffetta "Dodici per un'ora", sotto l'organizzazione dei Maratoneti Genovesi. Ma non c'è invasione di pista, tutto si svolge nell'anello esterno al prezioso ovale in legno canadese, così apprezzato per le risposte elastiche. A metà pomeriggio ecco Mennea riscaldarsi silenziosamente, da solo. Nessuno osa avvicinarsi. Mentre si susseguono i cambi della staffetta, ecco lo start della gara. Mennea si fa il segno della croce, si posiziona sui blocchi. Via! La partenza, complice la curva rialzata, non è delle più felici. Ma poi accade il miracolo. Pietro si trasforma letteralmente già sul rettilineo opposto all'arrivo. Il legno canadese rimbomba. Sull'ultimo rettilineo la "freccia del Sud" si trasfigura letteralmente. Taglia il traguardo, Qualcosa fa capire che ci sarà qualcosa di grande. Ed ecco la notizia: 20"74, nuovo record mondiale indoor! Il palasport impazzisce, i cosiddetti "tapascioni" circondano d'affetto il grande campione, lo vorrebbero abbracciare, Pietro reclama un attimo di tregua. Poi lo chiamano nella sala stampa molto spartana. Lo vuole sentire al telefono Primo Nebiolo. Pietro scende i gradini, firma autografi, è disteso, quasi in uno stato di beatitudine. Record mondiale dei 200 indoor....
10 settembre 1972. Finale olimpica dei 5000 metri a Monaco di Baviera. In gara mostri sacri come il finlandese Lasse Vire, l'altro finnico Juha Vaatainen, campione europeo in carica dei 10000 m, il tunisino Mohamed Gammoudi, il belga Emil Puttemans e soprattutto l'americano Steve Prefontaine, leader mondiale della distanza. Con il piglio aggressivo, quasi ribellistico che tanto lo ha reso famoso, "Pre" forza verso il quarto chilometro. Sembra fatta, il corridore dell'Oregon sembra a un passo dal sogno a cinque cerchi. Ma i sogni sfumano agli ultimi trecento metri. Il finlandese Lasse Vire, con l'ultimo giro in 56", supera Prefontaine e vince in 13'26"4. Dietro, si consuma il dramma: all'inizio dell'ultimo rettilineo Prefontaine è ancora secondo, ma è come una preda afferrata da due falchi in picchiata. Cos'ì, esausto, viene superato da Mohamed Gammoudi , tunisino, 13'27"4, e dall'inglese Ian Stewart, 13'27"8. Amaramente quarto, Pre ha solo la soddisfazione di arrivare davanti a Puttemans. Ma la gente ama anche i magnifici perdenti...