Stanford, California, 1 maggio 2010. E' molto affollata la riunione internazionale imperniata sui 10000 m. Tre batterie, cosa inusuale per i tempi. Nella prima serie si viaggia subito a ritmi alti : il keniano Samuel Chelanga, il canadese Simon Bairu, Galen Rupp passano in 13'35" a metà. Li segue un mezzofondista alto, muscoloso, all'esordio in gara. Si tratta di Chris Solinsky, dello Wisconsin, che indossa la mitica canottiera verde con il pino stilizzato dell'Athletics West. Lo segue, a bordo campo, Alberto Salazar. Gli occhi della folla sono tutti su Rupp. Sembra maturo il record americano. A circa un chilometro dalla conclusione in testa Rupp, Solinsky, Chelanga. E qui avviene l'imprevedibile. Chris si allarga e supera Rupp e Chelanga. Se ne va con una progressione devastante: 1'00" il 400 metri intermedio. Salazar inizia a sbracciarsi, il pubblico è in delirio. Quasi 80 metri il "gap" su tutti. Ma è nell'ultimo giro che il Carneade diventa re: 54"00 , secondi quasi scanditi dall'applauso della folla. Alla fine Solinsky taglia il traguardo in 26'59"60, record americano, primo mezzofondista a scendere sotto il limite dei 27'00" a non essere nato nel continente africano! Straordinario. Peccato che Chris sia stato una meteora.....
Genova, città in salita. Le creuze e le stradine (le antiche "montate") che dal centro cittadino salgono verso il parco del Peralto rappresentano, soprattutto d'inverno, un valido mezzo di allenamento e un'alternativa al traffico. Proponiamo diversi itinerari.
Manin-via Domenico Chiodo. Da piazza Manin si va verso la sede della Coop e quindi si intraprende una salita che, via via, si fa sempre più impegnativa. Si tratta di via alla Stazione di Casella. Dopo circa due chilometri si incrocia via Carso. A poco a poco si percorre un viale ombroso (l'ombra è ben accetta d'estate) , si percorre un'ampia curva e, con pendenza minore, si inizia via Domenico Chiodo. Il panorama è magnifico: il centro cittadino, il Promontorio di Portofino, la costa savonese.dopo un tratto pianeggiante, dove si può rifiatare, ecco uno strappetto che ci porta in prossimità di un archivolto.Si tratta del "culmine" del nostro percorso. Si affronta, poi, un rettilineo che , in pratica , segna il confine fra Castelletto e Oregina. Da qui fino in via Maculano si percorre un tratto rettilineo, dove eventualmente si può tenere un buon ritmo. Si arriva in fondo a via Maculano. Sono circa sei chilometri.