Gli scalini vuoti di marmo in realtà erano pieni dello struggimento di tante corse, tanto girare attorno a una meta. Così per mesi, anni. No, quella serata di aprile ("di tutti il mese più crudele", secondo Eliot) il campo era stracolmo. La gara era iniziata alle dieci. Fallito ormai l'obiettivo di realizzare il record personale, quegli ultimi minuti erano alla ricerca di un qualche cosa....ma lo volevi veramente? Capii che potevo considerarmi un privilegiato: assistere, in gara, al tentativo del primo ligure che avrebbe tentato di abbattere il muro dei 20 orari. Uguagliare Emil Zatopek, "l'uomo cavallo", oppure Bill Rodgers, l'imbattibile maratoneta degli anni settanta, capace di vincere a Boston e New York. Intanto si avvicinava l'ultimo minuto. "Ma non hai mai voluto fortemente una cosa, tranne in quel tuo modo di correre in trazione, senza spinta in avanti, scavando quasi dei solchi in prima corsia. Chi pensavi di essere? Stavi correndo al ritmo di Tom Logboat, cioè di fine Ottocento....Lo speaker intanto ha smesso di inanellare cifre e numeri. Brutto segno. Il passaggio di Mariano al chilometro numero 15 era di 45'04". Quattro secondi sopra.Lo vedo da lontano. Cosa avrà nella testa? Una canzone? O l'inizio di un dissidio fra la fatica e il ripetersi ossessivo dei numeri? Ecco, il giudice ha sparato. Tento di allungare. Ora la pista sembra tremare. Lo speaker cerca di lanciarlo verso il superamento del cinquantesimo giro. Cinquantesimo. Non un centimetro di meno. Lancio la volata. Ho il tempo di accorgermi di un passaggio: "Duecento metri in trenta secondi!!!!! Vai Dani!", è Stefano l'alpinista a rianimarmi. Laggiù c'è Massimo. Arranca, ma continua. Starà pagando lo sforzo di avere seguito Mariano, ma resiste come al termine di una Maratona". Ed ecco, laggiù, una canottiera biancorossa sembra sospinta dalla forza della corsa stessa. Adesso la fatica spezzetta i movimenti come in un quadro espressionista. Il giudice spara per l'ultima volta. Mi fermo. Mariano è fermo, sdraiato sul tartan. A poca distanza dal traguardo.
Atletica Arcobaleno Savona
LUCREZIA MANCINO: OTTIMO 5° POSTO SUI 3.000 AI CAMPIONATI ITALIANI INDOOR
SORRISI SVEDESI PER LUCA BIANCARDI E FRANCESCO GIRARDI A UPPSALA
Campionati Italiani Promesse ad Ancona.
In gara a difendere i colori Arcobaleno la biellese Lucrezia Mancino. Lucrezia ha corso prima i 1.500 metri in 4.48.29, crono che le è valso il 9° posto nella classifica finale.
Ottimo il suo piazzamento in 5° posizione sui 3.000 metri, con crono di 10.20.39 ed un po’ di rammarico per una possibile 4° piazza sfuggita per poco più di un secondo.
Trasferta svedese per Luca Biancardi e Francesco Girardi.
Luca ha corso i 60 piani in 7.11, eguagliando così il primato personale. Notevole soprattutto la successiva prova sui 200, gara in cui ha chiuso in 4° posizione assoluta con il nuovo personale ad un interessante 22.50.
Francesco Girardi ha confermato i suoi progressi nella velocità, realizzando a sua volta un doppio primato personale più che soddisfacente: 7.30 e 23.21 i suoi crono. Meno bene nel lungo con qualche problema in battuta: il miglior salto è misurato a 6.16… 9° posto e primo degli esclusi dalla finale.
Gife – 11/02/2020