Le condizioni di Marco Pari al 30 marzo 2020
Sempre stabile la condizione clinica di Marco Pari, ricoverato per coronavirus una settimana fa. A detta dei medici che lo assistono, il sistema cardiaco è in buone condizioni. Coraggio!
Sempre stabile la condizione clinica di Marco Pari, ricoverato per coronavirus una settimana fa. A detta dei medici che lo assistono, il sistema cardiaco è in buone condizioni. Coraggio!
Non sappiamo come andò la gara, comunque si tratta della Strasanremo 1990. In prima fila Marco Pari, concorrenti francesi , Giancarlo Giuliano della Forestale e, sulla destra, un giovane Corrado Bado. In seconda fila si intravedono Andrea Garibaldi della Maurina, Bruno Chieno e il piemontese Matteo Avataneo.
Il più famoso "perdente" al mondo forse è Dorando Pietri, del quale conosciamo tutti il finale barcollante alla Maratona di Londra del 1908. Ma chi era veramente Dorando? Il garzone di Carpi diventò corridore professionista inseguendo ingaggi e dollari, soprattutto negli Stati Uniti, proprio dopo il drammatico episodio londinese. Fu capace di sfide (one to one) incredibili, come la Maratona indoor al Madison Square di New York, chiusa oin 2h44'20" davanti all'odiato americano John Hayes, colui che spose reclamo a Londra. Un turbinio di agre e poi gli ultimi anni conclusi nella tranquillità di Sanremo. Il libro di Remo Musumeci è ricchissimo di dati e risultati.
I portoghesi Dionisio e Domingos Castro hanno rappresentato la coppia di runner gemelli più forte in Europa. Molti i piazzamenti collezionati in carriera: tutti con un pizzico di sfortuna (Domingos quarto agli Europei di Stoccarda sui 10000 m e all'Olimpiade di Seul sui 5000 m). Ma la jella più grande si materializza nella gara dell'ora del 31 marzo 1990 a La Fleche. Dionisio è decisamente in giornata: poco dopo il minuto 45 inizia a staccare l'inglese Carl Thackery, dopo che i due si erano incaricati di scandire il ritmo. Al ventesimo chilometro (57'18"4) Castro viaggia con sei secondi di vantaggio nei confronti dell'olandese Jos Hermens. Sembra fatta. Ma proprio negli ultimi due giri la fatica è una lama di rasoio sui muscoli del generosissimo portoghese, che soffre molto. Ultimo giro: Dionisio cerca di stringere i denti. Lo sparo finale, la misurazione e la beffa. Dionisio ha corso in un'ora 20.943 metri, uno in meno dell'olandese Jos Hermens!
Il rinvio al 2021 dell'Olimpiade di Tokyo (Giappone) fa venire in mente il bel risultato di un grande talento come Giorgio Jegher dell'Associazione Amatori Atletica. Folgorante e breve la sua carriera: il 21 ottobre 1964 l'amatorino parte sul prestigioso circuito che percorre la megalopoli nipponica. La presenza di Abebe Bikila non lo mette certo in crisi. Addirittura quel giorno il mezzofondista di origini triestine fa una gara in recupero, lascia sfogare gli altri, ed è diciassettesimo e primo degli italiani (davanti a Antonio Ambu) in 2h24'25". Il tempo di Jegher sarà record sociale dell'Aaa Genova, società scioltasi qualche anno fa,
Damiano Possanza, nell'Italia del Ventennio, ha una piccola esperienza di lanciatore di giavellotto a Fossombrone. Un gerarca locale lo porta ai campionati regionali di atletica dove stupisce tutti , ancora junior, con un lancio di 48 metri."L'allenatore della squadra regionale gli domandò quale fosse il suo metodo di preparazione. Damìn sorrise senza rispondere. Le sassate, pensò un momento dopo; tutte le sassate che ho tirato contro ogni cosa, fiume, acqua, ponti, fanali, orti, alberi, cani, automobili...". Il libro, scritto da Paolo Volponi (1924-1994) , è un felice affresco della provincia marchigiana (si svolge a Fossombrone) e di un'adolescenza che va, anche in maniera dolorosa, verso la conoscenza e la vita. Il finale è tragico, come certe gare di atletica, o bianco o nero.
Diretta Tv in un pomeriggio di inizio primavera....Il Mondiale di cosa campestre del 20 marzo 1983 fu uno dei più spettacolari. I primi tre accreditati dello stesso tempo, il quarto a un secondo. A Gateshead, Gran Bretagna, il primo a attaccare su un circuito fangoso e pesantissimo, con colline spaccagambe a ogni giro, fu l'australiano Robert De Castella. L'allora primatista mondiale di maratona scremò subito il gruppone. Attaccati a lui l'eterno Carlos Lopes, lo sconosciuto etiope Bekele Debele, il "re" di New York Alberto Salazar (in calzamaglia), e Alberto Cova. Poco dopo metà gara fu Lopes, con uno strappo dei suoi, a cercare di andarsene, seguito da Debele, dal keniano Some Muge, e da Salazar. Nell'ultimo chilometro Lopes accelera, sembra in grado, per la prima volta, di scacciare da sè l'impietoso clichè di eterno secondo. Ma é Debele a beffarlo in prossimità del traguardo! Ecco l'ordine d'arrivo (12 km): 1° Bekele Debele (Eti) 36'52"; 2° Carlos Lopes (Por) 36'52"; 3° Some Muge (Ken) 36'52"; 4° Alberto Salazar (Usa) 36'53"; 5° Antonio Prieto (Spa) 36'54"; 6° Robert De Castella (Aus) 37'00"; 10° Alberto Cova 37'17".
A tuttora (metà mattino ) la situazione di Marco Pari è stabile. Marco, dal lettino di ospedale, sta lottando come un leone contro il virus. I familiari, in questo momento, ringraziano tutti per l'apporto dato.
La storia è quella di un pregiudicato (finito in carcere per furto) , che corre nell'ora d'aria perchè il direttore intravede in lui doti da mezzofondista e vuole farlo diventare atleta professionista. Nelle sue corse solitarie mattutine, però, il protagonista sente di essere usato dal direttore per scopi che non sono i suoi. "Io so una cosa: c'è una guerra fra me e loro", dice fra sè e sè. Così, il suo supremo atto di libertà , di ribellione, avviene durante la corsa campestre. Ormai è in testa, mancano pochi metri al traguardo, ma si ferma deliberatamente a pochi metri dal traguardo e lascia vincere il diretto concorrente lanciando uno sguardo di sfida al direttore. La sua carriera sportiva è finita, non la sua coerenza.Il romanzo, scritto dall'inglese Alan Sillitoe, è del 1959.
"Il Maratoneta", di John Schlesinger (Usa, 1976) in realtà non è un film sulla maratona. E' un giallo dove il timido studente di Storia "Babe" Levy, a New York, corre anche per dimenticare il suicidio del padre. La corsa è la spia di una solitudine di fondo, di un conflitto fra se stesso e la società. Memorabile la sequenza in cui è proprio la corsa a salvargli la vita da un criminale nazista che lo tortura.Mentre Dustin Hoffman fa appello alle risorse migliori per aumentare il ritmo e salvarsi la vita, scorre sullo schermo la figura indimenticabile di Abebe Bikila, al successo nella Maratona di Tokyo del 1964. Olimpiade.....