Tra la Maratona e l'Ajax- ottava parte

"La musica è finita, gli amici se ne vanno".

Ornella Vanoni.

TRA LA MARATONA E L'AJAX

"Non sto lottando per mantenere un ritmo, un tempo. Voglio arrivare in fondo. Qualche anno fa, a Carpi, nel Campionato italiano, eri passato a metà in 1h10' con Pedrini, Borelli, Balbo. Neanche 100 metri davanti c'erano Pambianchi, Pizzolato, Osvaldo Faustini. Poi, dopo il 25esimo, eri saltato in aria. Anche qui, stesso chilometro, stesso andazzo, ma un torpore diffuso. A cinque chilometri dalla fine ti eri ritrovato. Adesso stAi passando all'interno di una torre sul lungoTamigi. C'è una stuoia , sembra il passaggio della Cinque Mulini. Poi l'asetticità di un cavalcavia. Ne esco. Un nereggiare infinito di gente che ti dà il "cinque", orchestrine, cornamuse. Già, le cornamuse di "Momenti di gloria". Incontro di cross Inghilterra-Scozia sotto la pioggia. Un suono ancestrale. Sembra l'inizio di una partita del Celtic Glasgow. Avanti, vecchio . Ora corro sopra una specie di tartan rosso.Poi, un sogno. Buckingham Palace con la sua solennità. Ora si passa davvero tra due ali di folla,. Famiglie intere che ti fanno il tifo, stendardi, cartelli che incitano amici. Una svolta a sinistra, Il Big Ben. Lo speaker che urla: "Pinto, Negere, Huruk...", i primi arrivati, suppose. Taglio il traguardo. 2h49'20", una ciofeca...Del resto avevi un pò improvvisato. Mi danno un lenzuolo di carta stagnola per il freddo, una barretta di cioccolato con l'uvetta, la medaglia al collo...Ernesto Calenda si tiene la testa fra le mani.."Cosa c'è?": "Non si può, non si può, due ore e quaranta..". "Hai esordito, non ti lamentare". Mi tocca consolare gli altri, il tempo sta passando anche per me"

QUALCHE ANNO DOPO

"Caro Andrea, non ti posso fare la morale. In fondo ti invidiamo tutti per le tue frequentazioni femminili. In certi momenti, poi, ho un accento da paesano di Uscio che non gioca certo a mio favore. Ti racconto un episodio: una volta parto sulla mulattiera che porta ai boschi. Raggiungo un posto che conduceva alle cave di ardesia, con quella maledetta silicosi che si era portata via mio nonno. Inizio a fare le ripetute in salita. Un contadino stava falciando l'erba. Una magnifica giornata di sole. Quantomeno, arrivato lassù, c'era un panorama stupendo su Recco, il Monte di Portofino e la valle. Mi dicevo"Io mi sto scegliendo la fatica. Lui, invece, non si può scegliere la fatica, è obbligato. Spero la prenda bene". Alla 25esima salita, mi fermo. Lui si avvicina e mi dice:"Quande ghe sun i campionati liguri?". "Li abbiamo fatti". "E cumme l'è aneta?". "Ho vinto il titolo regionale sui 5000". "E brau figgieu! Noi facevamo qualche gara ai tempi del Fascio perchè, alla fine, ci davano qualche fila di focaccia. Così me ne portavo almeno dieci a casa. Ora c'è rimasto solo lei a correre". "Grazie per avere pensato a me, grazie amico!". "Hai capito, Andre?", "E cosa mi vorresti dire?"; "Ti vorrei dire che, ogni tanto, tutto sembra precario , incerto...anche in senso favorevole. Comunque ti dico una cosa: mi danno fastidio le persone con pochi difetti ma con poche virtù". Ciao, Andrea, ci manchi sempre.

 

 

 

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