Stefano Baldini e la Maratona di New York

“Correre la New York Marathon vuol dire molto più che correre solamente i classici 42,195 chilometri. Vuol dire immergersi almeno per una settimana nell'atmosfera unica della metropoli americana più famosa al mondo". Stefano Baldini, campione olimpico 2004, comunica un grande entusiasmo nel parlare della New York City Marathon di domenica 3 novembre. Nella carriera del grande atleta reggiano (campione olimpico 2004, due volte campione europeo nel 1998 e 2006) spazio e grandi prestazioni nella kermesse della Grande Mela: " Sono stato terzo, quarto, quinto e sesto. Ho realizzato le migliori prestazioni italiani a New York sul vecchio e sul nuovo percorso. Per un top runner correre lì significa affrontare una specie di cross lungo più di 40 chilometri con saliscendi, gimkane, cambiamenti di direzione. Ma mi sono sempre trovato a mio agio. Chi è il mio favorito? Tamirat Tola, fresco campione olimpico. Tola rappresenta un po’ il classico campione di maratona all’antica, nel senso che ha ottimi personali in pista e sa adattarsi a cambiamenti di pendenza e a salite. Lo abbiamo visto in azione a Eugene , è stato impressionante. Invece ce ne sono altri, che vanno forti solo su percorsi ultrapiatti. Poi, c’è un altro fattore che fa la differenza. Gli chiediamo quale sia:”La conoscenza del percorso. Già parti dal ponte di Verrazzano, in parte in salita e in parte in discesa. E quindi è già un saliscendi…Poi devi affrontare ondulazioni continue a Brooklyn, Manhattan. Non parliamo di quella specie di avallamento a tre chilometri dalla fine, nel Central Park”. Certo, adesso in maratona si sono realizzati personali impensabili, record come 2h00’35” fra gli uomini e 2h09’56” fra le donne. Merito tutto delle scarpe con le suole di carbonio?:”Non sono contrario all’ innovazione tecnologica, tutt’altro. L’importante è che le scarpe siano alla portata di tutti. Comunque, niente di nuovo come prestazioni cronometriche. Anni fa il gap fra la migliore prestazione maschile (2h05’) e la femminile (2h15’ di Paula Radcliffe) era di dieci minuti. Quest’anno, anche se con la nuova tecnologia, idem. Nessuno shock, quindi, rispetto al nuovo record femminile di 2h09’57”.”. Uno sguardo sulla maratona azzurra: “E’ un cantiere a cielo aperto. Ci sono dei giovani interessanti come Yeman Crippa e Yohannes Chiappinelli. Pietro Riva farà l’esordio in maratona a Valencia il prossimo dicembre. Altri, un po’ più avanti con l’età, non sono intenzionati a mollare. Parlo di Eyob Faniel e Daniele Meucci.Certo, spero che facciano progressi in  un settore dove  non si contano più le prestazioni di grande valore tecnico”.

 

 

 

 

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