Anna Bardelli prima italiana a Chicago
Anna Bardelli, classe 1990, ha ancora negli occhi e nella mente le emozioni della bella esperienza alla Maratona di Chicago di domenica 13 ottobre. Prima delle italiane al traguardo della prestigiosa gara dell'Illinois, per la prima volta sotto le tre ore sui fatidici 42,195 chilometri: "Dedico questa gara a mio figlio Samuele, a Michael, mio marito, e a me stessa...Prima della partenza ho dato un bacio alla collanina con l'iniziale esse di mio figlio". I timori della vigilia per le condizioni meteo (Chicago è chiamata negli Usa "Città del vento") sono fugati: " Non c'era vento contrario, e nemmeno il caldo di qualche giorno prima. Sole, e temperatura ideale." Nella gara vinta dalla keniana Ruth Chepngetich in un astrale 2h09'57", Anna segue la regola della costanza di ritmo: "Ho corso insieme con l'amico Antonio Bisignani. Dopo un inizio più forte dell'andatura da tenere, ci siamo stabilizzati. Sono passata in 1h28' a metà. Correvo con buone sensazioni: addirittura canticchiavo al suono delle tante orchestrine trovate sul percorso, a lato delle strade. Tanto tifo, senza comunque il tifo assordante che si trova, ad esempio, a Londra. Tutto comunque piacevole e tranquillo. Il percorso consisteva in strade molto lunghe, senza troppi cambiamenti di direzione". La ragazza della Peralto continua a correre bene:"Verso il 25esimo chilometro mi sono trovata da sola, ma stavo decisamente bene. Dopo il passaggio al trentesimo ho capito che sarebbe arrivato l'obiettivo di tanti mesi. Solo una flessione verso il 35esimo, e poi un pò di fatica su una salita nel tratto finale. Taglio il traguardo in 2h58'03". Finalmente sotto le tre ore!". Anna è commossa. Dopo il traguardo, c'erano tanti volontari che si complimentavano con me . Piangevo a ogni complimento". Logopedista nella vita di tutti i giorni, Anna ha lavorato sodo prima di raggiungere quel risultato cronometrico:"Molti allenamenti alle cinque del mattino, chilometri su chilometri. Ma anche la consapevolezza di stare raggiungendo la condizione". Adesso la runner genovese gestisce come coach un gruppo di podisti:"Mi è servita molto l'esperienza di tecnico. Ho capito che dietro a ogni corsa ci deve essere un ragionamento". Adesso, dopo Chicago, Boston. Altra grandissima maratona. Intanto è il tempo di rallegrarsi per la splendida esperienza.