Intervista a Mattia Braggio

Sabato 2 aprile, nella boema Podebrady, Mattia Braggio della Duferco Spezia ha continuato a stabilire record , o meglio, migliori prestazioni liguri. IL 22enne di Finale Ligure, allenato da Emidio Orfanelli, ha chiuso i 20 chilometri del Trofeo Internazionale di marcia in 1h29'13", migliorando l'annoso limite regionale di Luigi Boccone, datato 1985. "Mi sono molto concentrato su me stesso, l'atmosfera era incredibile- dice Mattia- la gara si è sviluppata su un anello di mille metri da ripetere più volte in un parco pubblico". Capitale mitteleuropea del tacco e punta, a circa 40 chilometri da Praga, Podebrady  significa Trofeo internazionale, manifestazione che ha visto la vittoria del brasiliano Caio Bonfim:"Grandi campioni, rappresentative sudamericane, un'esperienza che mi resterà sempre nella mente". Mattia si allena "on the road", sulle strade della bella Finale Ligure, dove lo sport si concilia con il turismo. Ha nel Dna lo sport, visto che la madre, Sabrina, è runner e giudice Fidal, il papà Alessandro è triathleta, la sorella, Elisa, marcia forte:"Purtroppo ha avuto un problema fisico...Comunque si, fin da piccolo ho respirato aria sportiva. Mi piace anche allenarmi sulle strade del mio paese, in tranquillità, staccando un pò dagli studi di Ingegneria gestionale". Che non è uno scherzo:"Riesco a cavarmela , a organizzare la giornata". E a gestire bene anche le gare:"Di solito faccio la prima parte in maniera prudente, cercando di aumentare nella seconda". Un negative split di memorie da maratoneta, quasi alla Orlando Pizzolato:"Penso che la mia gara siano i venti chilometri su strada, non su pista. Domani, domenica 10 aprile, gareggio in pista sui dieci chilometri a Alessandria per doveri societari". Proprio in aprile inizia l'attività vorticosa dell'atletica:"Finora ho collezionato quarti e quinti posti agli italiani individuali e societari. Adesso vorrei qualcosa di più". Dopo tanti record regionali, sarebbe un premio per l'impegno, la classe, la qualità che Braggio profonde in ogni gara, analizzando sempre razionalmente tattica, tempi, riscontri. Come un ingegnere del tacco e punta. Riprendendo una bella tradizione ligure di Boccone, Artesi, fino all'immenso e unico Abdon Pamich.... 

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