Dante Alighieri e l'atletica

Nel 2021 saranno settecento anni dalla morte di Dante Alighieri. Dante fa,  in numerose opere, riferimenti alla corsa su strada e all’atletica leggera. Nella città veneta gli abitanti organizzavano una gara annuale, la corsa del Palio, dove si correva nudi, e al vincitore veniva dato un drappo di stoffa verde. Fu organizzata per la prima volta nel 1207 a celebrazione della vittoria di Verona sui conti di San Bonifazio e sulla famiglia Montecchi.Il  Sommo Poeta li menziona nella Divina Commedia, Inferno, Canto XV, versi 121-4:

“Poi si rivolse, e parve di coloro

che corrono a Verona il drappo verde

per la campagna; e parve di costoro

quelli che vince, non colui che perde”

La gara di Verona aveva luogo la prima domenica di Quaresima ed era una delle feste alle quali prendeva parte tutta la cittadinanza. All’inizio la gara partiva dal quartiere Tombo, quindi da Santa Lucia, poi si sviluppava lungo le mura meridionali della città , attraversava un terreno piatto , e infine  rientrava nelle mura per terminare davanti al palazzo di San Fermo.Dante descrive anche la corsa che avviene nell’Inferno, dove i dannati corrono in cerchio per l’eternità , spinti avanti da insetti che li pungono. Inoltre raffigura il diavolo come uno sprinter che sbatte le ali a tutta velocità.Oltre alla Divina Commedia, si trovano riferimenti allo sport nel “De Monarchia”. Nel secondo libro (capitolo 7) si legge: “Per mezzo di un certame (una competizione-ndr) , invece, il giudizio di Dio si può manifestare in due modi. O attraverso un urto di forze, come avviene nei combattimenti fra campioni, nei quali gli avversari si chiamano anche duellanti, o attraverso una gara di più concorrenti  che cercano di prevalere gli uni nei confronti degli altri nel raggiungere una certa meta, come avviene nelle gare di atleti che corrono verso un traguardo”.

                 

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