Intervista allo spezzino Stefano Mei, candidato alla presidenza Fidal

Come molti sanno, Stefano Mei, spezzino, nel 1986 campione europeo dei diecimila metri a Stoccarda, è candidato alla presidenza Fidal per il prossimo anno. Lo abbiamo intervistato cercando di capire quale sia la sua visione dell’atletica.

D. “Qual è il tuo giudizio circa la gestione dell’atletica dell’ultimo quadriennio?”.

Mei  “Si è navigato troppo a vista in generale. Non è che abbia visto una programmazione accurata…inoltre abbiamo raccolto pochi risultati nelle varie rassegne , sfiorando in certi casi gli “zero tituli”. Troppe le promesse non mantenute”.

D. “Nei tuoi interventi hai insistito molto sulla meritocrazia..”

Mei “ Molte volte il peso politico, nelle gestioni precedenti , ha avuto la meglio sui dati tecnici e sulla qualità . Non va bene. Io intendo la meritocrazia come anche cultura e aggiornamento costante. Sbagliato restare nella propria bolla senza confrontarsi, studiare, apprendere. A tale scopo, chi vorrà fare il responsabile tecnico o il commissario dovrà superare una selezione.Esamineremo i curricula. E’ un’innovazione che ritengo importante. Adesso mi espongo: in otto anni, proprio perché ritengo di essere eletto e di restarci per due mandati, la Fidal diventerà la seconda federazione sportiva per importanza dopo la Figc. E’ un impegno che mi assumo”.

D. “Ci vuoi spiegare la tua idea di rapporti con il territorio?”.

Mei “Anni fa mi avevano accusato di fare le cose troppo in fretta, poi ultimamente mi hanno accusato di lentezza. Invece ci siamo preoccupati di andare a ascoltare realtà locali, e in questo mi aiuta il fatto di essere presidente di una società regionale come la Duferco Spezia, dove ho imparato a occuparmi di fornitori, di rapporti con gli enti locali, con privati. Non siamo certo persone che fanno tutto a tavolino. Occorre ristabilire un dialogo importante con la Scuola. A questo punto, posso dire di avere nella mia squadra esperti di assoluto valore”.

D. Spazio a idee propositive…

Mei  ” A mio parere quello dei fiduciari tecnici regionali è un ruolo cardine. Occorre qualificarne l’attività affiancando a loro degli amministrativi. I fiduciari si devono occupare solo degli aspetti tecnici, e c’è molto da fare, non possono  anche svolgere pratiche amministrative cozzando contro la burocrazia. Il loro è un compito fondamentale, di promozione dei talenti e di collante fra centro e periferia”.

D. “Come qualificare il centro tecnico di Formia?”.

Mei “ Insisteremo su Formia e Tirrenia,  due centri dove gli atleti azzurri hanno spazi adeguati e strutture. Mennea è cresciuto a Formia. Io stesso mi sono allenato a Tirrenia con Alberto  Cova. Meglio promuovere l’attività qui, che organizzare troppi stage esteri. Sono centri di eccellenza”.

D. “Quale la tua visione del settore Master?”.

Mei “ Troppe volte, battendo il territorio, ho ascoltato lamentele da atleti master che si sono lamentati del fatto di sentirsi bancomat della fidal. Non va bene. Dobbiamo offrire loro dei servizi e far sì che si sentano parte integrante del sistema federale. Da anni  fanno coesione fra le varie generazioni e promuovono il benessere fisico generale. Va premiato chi corre i 100 in dodici secondi a 40 anni”.

In conclusione, ecco la chiosa finale di Stefano:” E’ chiaro che mi fa piacere essere riconosciuto come ex campione europeo di mezzofondo, ma verrò giudicato dai fatti, da quello che riuscirò a realizzare  come presidente. Solo e esclusivamente”.

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