Intervista a Vaccina- seconda parte

 “Si finiva a 4000 m di quota. Chiaramente si è trattato di una corsa in montagna fino a un certo punto….sembrava una skyrace”. E Vaccina è il campione italiano di chilometro verticale: “Altra gara particolare. In certi punti non si riusciva letteralmente a correre. Quasi una scommessa”. In quanto a “chilometro verticale” la Maratona del Faudo (circa 24 chilometri da Imperia verso le Alpi Marittime), che è un suo cavallo di battaglia, ha un’altra storia da raccontare. Una leggenda metropolitana vuole che, negli ultimi zig zag, una cinquecento in “prima” stenti a avanzare: “Un’altra gara alla quale sono molto legato. L’ho vinta nel 2012. E’ una gara che mescola insieme resistenza e corsa in salita”. In quanto a maratona, Tommaso, che adesso corre per la Cambiaso Risso  di Genova , vanta  2:19’48”. Ma l’eccesso di raziocinio, la prudenza, non finiscono poi per fare realizzare delle opere alle quali, forse, manca l’acuto ( relativamente, perché moltissimi sognerebbero tempi del genere) per avvicinarsi a 2h14’00- 2h13’00”? “Non mi sento irrealizzato, tutt’altro. Piuttosto, sento di avere ancora un potenziale da esprimere rispetto a gente che fa vita da professionista. Io no”. Dietro a quel “io no” c’è il mestiere di fisioterapista nella Asl di Pavia. Quindi ci si automedica?: “In tanti mi chiedono consigli su strappi, contratture, etc. Per fortuna non ho avuto grossi infortuni. Comunque, ripeto, ormai mi sono orientato sulle gare in salita, specificatamente. In discesa mi esprimo di meno”. Alla fine delle salite, delle discese, c’è la “morosa” ( come dice lui) che lo aspetta. “Non corre, non corrono nemmeno le mie due sorelle. Non correvano nemmeno mamma e papà. Basto io con tutti i chilometri che faccio”. Lo seguono l’ex azzurra di mezzofondo Flavia Gaviglio e Luigi Tettamanzi. Un binomio, una sinergia per preparare al meglio Tommy, che non ama proprio le brume pavesi: “D’inverno correre al buio è pesante. Quando faccio corsa lenta cerco di correre con qualcuno. Il bello del podismo è che  trovi migliaia di persone con storie diverse, con percorsi personali differenti, ma con una sola passione. Penso che sia uno sport unico in questo”. Anche la corsa in montagna, tradizionale “riserva italiana” a alto livello, sta scoprendo protagonisti nuovi: “ A Massa Carrara, nell’ultimo mondiale, l’hanno fatta da padrone ugandesi e keniani. Quando ci sono saliscendi e percorsi tipo cross, gli africani sono i nuovi “re”. Invece sulle lunghe distanze il campo gara è più aperto. Nel Colorado hanno vinto gli americani, che si erano preparati a puntiglio. Ci sono anche sloveni, turchi…..ma noi siamo sempre forti”.

                 ecco la traccia delle 2 settimane prima dei mondiali in Colorado (agosto 2015):

D 3 : lungo collinare 2 ore

L 4: progressione 1 ora su strada

M 5: riscaldamento , medio in salita 40 minuti

M 6: riposo attivo 1 ora corsa lenta in pianura

G7: 30 minuti corsa lenta e 30 minuti fartlek free

V8: progressione 1 ora su strada

S9: medio in salita 50 minuti su percorso tecnico e finendo in "alta quota" a 2800m

D10: corsa lenta e allunghi

L11: 1h30 minuti corsa lenta in pianura

M 12: riposo e viaggio Malpensa- Colorado Springs (13 ora di viaggio)

M 13: mattina 55 minuti corsa lenta leggera progressione

G 14: mattina 50 minuti corsa lenta- pomeriggio 15 minuti di corsa sul finale del percorso gara (quota 4200m)

V 15: 40 corsa lenta e allunghi

S 16: Mondiali lunghe distanze: 20km con 2200 metri di dislivello positivo, 6° assoluto

grazie a presto

Login