La gara del trentennio. terza parte
Non hai conosciuto il buio, poi la luce finchè non arrivò la smania. La smania della corsa.Partivi poco oltre largo Merlo, da Quezzi. Attraversavi la piazza capolinea degli autobus, stretta in mezzo al cemento dei palazzi. Poi iniziava la discesa vicino al rio Fereggiano. Veniva giù da quel poco di campagna che esisteva negli anni sessanta, quando si faceva la salita verso Pianderlino con la torta di bietole delle scampagnate. Giù verso piazza Galileo Ferraris, dove ti aspettava Alberto. Zona stadio, quindi, vicino alla scalinata Montaldo dipinta a giorni alterni o in rossoblu o in blucerchiato.Sotto le luci gialle vicino ai gasometri delle Gavette la strada iniziava a allargarsi. Lungobisagno Istria.Certe volte ci raggiungeva Giampiero con il motorino. Ne veniva da Villa Gentile e ci informava sugli allenamenti degli altri. La smania, no? Al giro del Fullo iniziava a fare freddo. Però la vicinanza del traguardo della Valbisagno rincuorava. Erano presenti i volti degli ultimi chilometri, come le foto di famiglia dei vecchi tempi.”Sparano tre colpi di pistola- aveva detto il nostro allenatore con fare burocratese anni fa- il primo, quando partite, il secondo quando manca un minuto alla fine, il terzo quando finisce l’ora. Vi dovete fermare sul posto”. L’ultimo quarto d’ora è un boato continuo. E’ incredibile come la gara, annunciata circa un mese fa, abbia trasformato tutti. Il popolo di Villa Gentile, ad esempio. Gli esteti annoiati, quelli che continuavano nel mantra “Ai miei tempi…..i giovani non fanno più sacrifici…ai tempi di Nini Beviacqua, di De Florentiis…”. Eccoli lì, a gridare come ossessi, qualcuno con il cronometro attaccato al collo. L’ingegnere Emilio, quello che annichiliva con migliaia di battute dall’insopportabile humour inglese, ha gli occhi fuori della testa: “Aumenta, aumenta!”. Quando Mariano passa sul rettilineo vicino alla tribuna, si alza un urlo scomposto. Non c’è neanche lo “schlak” del contagiri manuale che scandiva 5000 o 10000 metri. Non ho sentito il passaggio dello speaker al minuto 45. Verso il terzo doppiaggio Massimo ha agganciato Mariano. “Dove va, tenta di tenere tre al chilometro?”. Non l’ho seguito. Ci sono ancora cinque minuti. Io e Marco (Petenzi) siamo ormai risucchiati nella melassa di 1’17”-1’18” ogni 400 metri. Il giudice spara l’ultimo minuto.
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