La morte di Mario Sossi

La Stragenova, che il prossimo 29 maggio compie 23 anni, diventerà una mezza maratona di 21.096 chilometri, dopo edizioni di “soli” 12 chilometri da Carignano verso il Monumento di Quarto e ritorno: a parlarci della stracittadina-clou per Genova è un personaggio come il giudice Mario Sossi, 73 anni, che non si tira certo indietro nell’affrontare altri temi. “Proprio così- dice- si farà un circuito vicino a Mura delle Cappuccine, quindi si andrà in direzione di corso Aurelio Saffi, Corso Marconi, Corso Italia, via Cavallotti, Sturla, Quarto, e si farà il giro di boa in prossimità della Croce Verde di Nervi. Sarà un modo per festeggiare nella maniera migliore il 2005”.  Per chi non lo sapesse Mario Sossi fu il primo magistrato a essere rapito dalle Brigate Rosse di Franceschini e Moretti, e la vicenda ebbe una grande eco sull’opinione pubblica tutta: ancora adesso, chi leggesse “La notte della Repubblica” di Sergio Zavoli proverebbe un senso di grande, opprimente angoscia a pensare a tempi nei quali strategia della tensione da una parte, terrorismo “rosso” dall’altra sembravano condizionare la vita del Paese.Mario, però, adesso ci parla della sua “figlia”, la Stragenova:”La  manifestazione nacque nel 1983 sul percorso Nervi-Voltri sotto un sole cocente e vi presero parte in 6000, ma quello era il boom del podismo, adesso va già bene se una gara di richiamo coinvolge 500 atleti o presunti tali. Ogni anno sembra sempre più difficile coinvolgere enti locali, associazioni, mass media, ma noi (il Gs Alpini-ndr) non demordiamo. Anche quest’anno proporremo , in contemporanea,la non competitiva di 8 chilometri per favorire l’incontro con l’atletica popolare”. 23 anni di Stragenova: quanti episodi da ricordare! “ Umberto Dellepiane- continua- classe 1904, ha iniziato proprio nel 1983 a correre , a 79 anni, e ha concluso tutte le edizioni fino al 2001. Si faceva di buon passo tutto il percorso con la moglie Clementina... ha dato fiducia e forza anche a me, che ho iniziato a 47 anni a correre, dopo un passato di sciatore  e ciclista dilettante”. Il via è sempre dato da Aureliano Bolognesi, olimpionico di boxe a Helsinki’52, quasi a suggerire un incontro fra podismo e spirito di Olimpia: “Non è mai stato uno scherzo vincere la competitiva. Ricordo che nel 1985 si schierò al via Orlando Pizzolato, allora fresco reduce dalla vittoria (la prima per un italiano) alla Maratona di New York: bene, giunse solo quarto, preceduto da tre liguri, e cioè nell’ordine da Claudio Solone, Rosolino Damele e Mariano Penone. Si celebrò una specie di “resurrezione” del mezzofondo nostrano. Plurivincitore della corsa fu poi anche Valter Merlo, azzurro dei 1500, scomparso tragicamente nell’estate del 1998 mentre compiva un’escursione alpinistica. La cosa ha colpito molto noi “veci”, e così ogni estate gli dedichiamo la Corsa in Montagna internazionale in Val Varaita. Poi ricordo anche alcuni “Vip” che hanno partecipato alla gara, a dimostrazione che il podismo non è solo sport di “bruti”. Cioè?: “ Non si perde mai un’occasione, da qualche anno a questa parte, Roby Zucchi, ex azzurro di sci nautico, che si è convertito magnificamente al podismo; idem l’armatore Augusto Cosulich (raro esempio di amatore/armatore, ndr), e il docente di Anatomia Adriano Tito Franzi, assai conosciuto in ambito accademico: Invece non corrono né le mie figlie, che fanno fitness, né mia moglie, purtroppo” .Questi iniziano a essere tempi di organizzazione gare per il magistrato: il 3 aprile in programma c’è la “Villa Gentile-Monte Fasce”, a maggio la Stragenova, intanto il prossimo 18 aprile saranno 31 anni dal brutto momento del sequestro operato dalle Brigate Rosse: “Correre mi è servito molto; avevo addirittura delle extra sistole dopo la tremenda esperienza del rapimento e la corsa è stata la migliore medicina. Dall’entusiasmo, ho preso parte anche alla 100 chilometri Torino-Saint Vincent, conclusa in 11 ore, e alla Genova-La Spezia. Ho anche concluso qualche maratona, e come record personale ho 3h30’ a Lucca”. Più in forma che mai, Sossi adesso corre tre volte la settimana: “Mi alleno vicino al Forte di San Martino e in Corso Italia per circa 10 chilometri al giorno. Senza la mia sgambata quotidiana, non riuscirei a reggere lo stress del lavoro in Cassazione. E’ troppo importante, direi vitale”. 

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