10 settembre 1960....

Non lo conosceva nessuno. I favoriti della vigilia (soprattutto il russo Sergey Popov) si incuriosirono quando videro un podista magrissimo (" Era pelle ossa", disse il genovese Silvio De Florentiis) allinearsi scalzo alla partenza. 10 settembre 1960, Maratona dell'Olimpiade di Roma. Abebe Bikila nasce lì, con il mito dell'Africa che corre e vince. Dopo i primi cinque chilometri passati in 15'35", Bikila, etiope, e il marocchino Rhadi si affacciano nel gruppo di testa. Verso il ventesimo chilometro (1h02'39") Rhadi e Bikila sono in testa. Il belga Vandenbdriessche, il neozelandese Magee e Popova sono ormai dei comprimari. A circa due chilometri dalla fine Bikila, leggero, silenzioso, si invola verso l'Arco di Costantino.Le strade, illuminate dalle torce, sembrano invitarlo alla vittoria. E Abebe tenta l'impossibile, stacca Rahadi e vince con 2h15'16", nuova migliore prestazione mondiale e olimpica. "Come me, ci sono almeno altri dieci maratoneti in Etiopia", disse al traguardo dopo avere fatto qualche esercizio di ginnastica. Mai frase fu più profetica....  

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