Venanzio Ortis oro europeo 40 anni fa

Tutto parte da Paluzza, paese di poco più di duemila anime in provincia di Udine, a qualche chilometro di distanza dall’Austria. Carnia. Quasi Mitteleuropa, “MittelItalia?”: “Direi di no- dice Venanzio Ortis-siamo italiani e basta.Certo, siamo abituati alle durezze dell’inverno, alla neve, al freddo: abbiamo visto da vicino conflitti mondiali, viviamo in una terra di confine, ma non ci sentiamo certo austriaci”. Venanzio nasce il 29 gennaio 1955. Papà muratore, mamma casalinga. Il ragazzino è tanto vivace che la mamma lo affida nel tempo libero allo zio Gaetano Di Centa, sciatore di fondo (padre dell’olimpionica Manuela) : “Sperava che lo sport mi stancasse e mi calmasse un po'. D’altronde d’inverno a Paluzza non c’erano alternative: quel poco di attività motoria consentita era sugli sci”. Nel 1969 vince i campionati italiani allievi: “Però, contemporaneamente, iniziai a correre d’estate. A Paluzza si disputava il Trofeo Gortani di corsa in montagna”. Un segno del destino: anche Ortis, come il grande geologo e uomo politico friulano, ama la montagna, la Natura in generale. Arriverà fino a quattro esami dalla Laurea in Scienze Forestali.La montagna, i sentieri innevati, con il tempo cedono tempo e spazio alle piste, anche se non si tratta certo di impianti all’avanguardia: “Vinsi in 2’42” i mille metri dei Giochi della Gioventù a Timau, ultimo comune prima dell’Austria. Le curve? In corrispondenza dei corner del campo di calcio”. Si qualifica per la finale nazionale a Roma, dove, per uno strano caso del regolamento, è inserito nella seconda batteria e non può fregiarsi del titolo  ma scocca la scintilla del mezzofondo, complici gli studi del triennio di Istituto Tecnico a Tolmezzo. Il tecnico Franco Colle si accorge delle sue grandi qualità. Fisico longilineo, carattere taciturno, un po' chiuso: “Mi ci ritrovo, è vero.Con gli anni sono cambiato, ma in gioventù ero così”. In arrivo alcuni episodi che saranno fondamentali: “La Libertas Udine, con la Regione Friuli Venezia Giulia, creò una struttura di college. Con me c’erano il saltatore in alto Bruno Bruni e il lunghista Maurizio Siega. Prima, praticamente, non mi ero allenato”. Il ragazzo taciturno fa una grande gara nel Cross delle Nazioni di Monza del 1974: è secondo fra gli juniores.Gli è davanti solo l’americano Kimball. “Finite le scuole superiori, la Fidal ci consentì un periodo di gare all’estero, in Argentina. Enzo Rossi, l’allora direttore tecnico, ci gratificò di un viaggio premio a Buenos Aires.Scoprimmo (e

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