Mennea e Genova

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“Guarda che se vengo a Genova faccio il record del mondo”. Lui era così, come lo racconta Mauro Nasciuti, genovese, vicepresidente della Fidal nazionale: “Se capiva che chi gli era vicino era un amico, dava tutto se stesso. Con altre persone era fin troppo chiuso. Certo, aveva un carattere difficile….”. Il 13 febbraio 1983 , con uno dei “colpi di scena” insiti nella sua mentalità, Mennea raggiunge Genova: “Ricordo che ha voluto solo il viaggio in aereo e l’albergo”. In realtà c’era anche qualcosa di più: “Se faccio il mondiale, vorrei un regalo…”, pare abbia chiesto al presidente del Cus Genova. Quel giorno Genova non è una città dal clima mite, tutt’altro: “Aveva nevicato. C’era molto freddo- prosegue Nasciuti- e al Palasport c’era una manifestazione amatoriale. Insomma, tutto il contrario di un palcoscenico da record mondiale”. E forse sono proprio le situazioni strane, particolari, a creare qualcosa: “Non eravamo proprio sicuri del record mondiale, perché lui ne veniva da un periodo travagliato, di infortuni. Però ci aveva assicurato di essere in ripresa. Certo, c’era penuria di atleti e così mandammo a gareggiare con lui Paolo Boretti (fino a qualche anno fa presidente della Fidal regionale-ndr). In pratica, Mennea gareggiò contro……Pietro”. C’è la pista mai troppo rimpianta del Palasport della Fiera, lì, con i suoi rettilinei e le curve sopraelevate. E c’è lui, l’uomo del record pazzesco sui 200 in altura (19”72) stabilito nel 1979 a Città del Messico; qualcuno lo ha chiamato “la freccia del sud”. Una leggenda metropolitana vuole che si faccia il segno della croce quel giorno, prima di spiccare il volo.

Si, perché quel giorno “Pietruzzo”, l’animale da gara seguito da Carlo Vittori, si supera con 20”74, primato mondiale al coperto. Anche gli amatori che partecipano a una staffetta proprio lì vicino, si fermano e lo applaudono. Gli passano in diretta Primo Nebiolo: “Presidente, mi dia una mano, ha visto?”, dice Mennea. L’allora avvocato Pietro Gamalero gli dà il premio previsto. “Ricordo che quel giorno- dice Nasciuti- facemmo da cover per l’allora Domenica Sportiva. Incredibile! Pietro quel giorno ci ha fatto un grande favore, e lo ha fatto a Genova”. Un altro episodio risale al 1984: “A Villa Gentile si disputò il campionato italiano di staffette. C’era anche lui, con il suo team. Inutile dire che tutti erano venuti a vedere lui. Il traffico attorno a Sturla impazzì.Mai vista tanta gente Ecco, in quei casi usciva fuori da quel carattere difficile, sembrava quasi un bambino”. Anche nel 2010, al seminario organizzato dalla Trionfo Ligure a Manesseno, non si tira certo indietro. Ha smesso di correre da tempo, ma ha preso quattro lauree (Isef, legge, lettere e scienze politiche) e è impegnato in un’attività vorticosa dove trova il tempo di scrivere libri. “Per andare forte?”, ci dice, “Io mi allenavo sei ore al giorno a Formia con Vittori, ma mi sarei allenato dieci ore. Per avere una certa mentalità,hai da zappà. Lavoro e solo lavoro”. C’è anche la politica a attirarlo, sembra il simbolo dell’energia, della vitalità……Indimenticabile,

 

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