Emma Quaglia al via della Mezza di Genova

Emma Quaglia del Cus Genova è, in fondo, la grande sorpresa della Mezza di Genova in programma domenica 24 aprile. Dopo il nono posto alla Maratona di Parigi di inizio aprile, smaltite le tossine di una gara durissima chiusa in 2h35'52", l'azzurra di maratona, siepi,  cross, all'ultimo momento si è convinta a gareggiare nella sua città, su un percorso che tocca la Sopralevata, il centro storico e altre località per antonomasia di "Zena". La cussina tenta un riscatto e troverà sulla sua strada un'acerrima rivale come la keniana  Mary Wangari, accreditata di 1h11'15". Sarà un bel confronto.I record della Mezza di Genova da battere sono quelli di Benard Bett (Ken-1.02’41” nel 2014) e di Hellen Jepkurgat (Ken-1.11’52” nel 2015).

Vaccina nei 10000 m di Rubiera (Reggio Emilia)

Corridore di corsa in montagna, crossista o specialista dei 10000 m? Tutto e oltre a queste cose è Tommaso Vaccina della Cambiaso Risso, che qualche mese fa, a Montecitorio, è stato ricevuto in occasione delle feste per il titolo mondiale a squadre di lunga distanza conquistato dall'Italia a Colorado Spring. Accreditato di 31'22", il bravo mezzofondista in forza ai nerobianchi di Codella e Pitto gareggia domenica 24 aprile nei 10000 m su pista di Rubiera (Reggio Emilia) con l'obiettivo di portare fieno in cascina al punteggio già pingue del team genovese dopo la fase regionale di Boissano e Chiari. E la gara si preannuncia scoppiettante, con Domenico Ricatti (Aeronautica Miltare), il campione europeo juniores dei 10000 Pietro Riva (Atletica Alba), e Mattia Scalas (Casone Noceto)  in grado di scandire un ritmo da 3'00" al km. In gara anche Enrico Imberciadori (Frecce Zena) e Michele Bruzzone (Cambiaso Risso).

Letteratura e corsa 2-William Shakespeare

Il 23 aprile 1616 si spegneva a Stratford upon Avon William Shakespeare, uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi. La ricorrenza ci spinge a approfondire alcuni interessi sportivi del letterato inglese. Shakespeare conosceva bene la corsa, che cita in alcune delle sue opere.Nell'Enrico IV, parte II, Atto I, scena I, il ribelle Morton si presenta al Duca di Northumberland e lo informa che i ribelli hanno perso la battaglia di Shrewsbury:

"Dì, Morton, vieni tu da Shrewsbury?"

"Son corso via da Shrewsbury, mio nobile signore".

La distanza era di 563 chilometri e probabilmente un soldato ben allenato avrebbe potuto farcela. Morton era stato sul fronte dei perdenti e era corso via per annunciare la sconfitta.

"Darei in migliaio di sterline per potere correre veloce come te", dice Falstaff a Poins nell'Enrico IV. Nell'Enrico IV, parte III, il duca di Warwick  si riposa dopo una battaglia: "Consumato dalla fatica,come i corridori in una corsa, mi sdraio un po’ per riprendere fiato".Domani, in occasione della Maratona di Londra, una sua lontana discendente, Bethanie Shakespeare, correrà la gara.

Chi è stato il più grande maratoneta di tutti tempi?-1 Carlos Lopes

E' stato grandissimo, ma è durato poco, troppo poco per incidere, forse perché  ha iniziato con i 42,195 chilometri troppo tardi.  Ne veniva dalla pista e dal cross, specialità che, nel 1985, gli regalò il secondo titolo mondiale nella sua Lisbona pochi giorni prima della migliore prestazione all time sulla maratona, quel favoloso 2h07'11" che resistette per tre anni. Avete già capito di chi parlo: Carlos Lopes. Nato nel 1947, sembrava destinato a un ruolo di eterno piazzato su pista o nelle campestri. Muscolarmente forte, autore di allenamenti dall'intensità quasi brutale con il tecnico Moniz Pereira (della serie: 1h a 3'00" al km), difettava del finale. Nel 1983 nel Cross delle nazioni di   Gateshead (GBR), su un percorso fangoso e micidiale, quasi da trail, stronca la resistenza di grandissimi come l'americano Salazar, De Castella, Cova, ma non quella del semisconosciuto etiope Debele, che lo beffa in volata. A capo chino dopo la gara, Lopes matura la decisione di dedicarsi alla maratona.Di lì a poco il portoghese dello Sporting Lisbona (società del suo amico-rivale Mamede) ha modo di rifarsi a Rotterdam, il 9 aprile dello stesso anno. De Castella in progressione si trova incollato alle calcagna Carlos, e deve ricorrere al finish per vincere: 2h08'37" contro 2h08'39". Roba mai vista. I due precedono un "cagnaccio" come il messicano Rodolfo Gomez  e Alberto Salazar. Però Lopes non riesce a togliersi di dosso l'etichetta di eterno secondo. La "gara delle gare" arriva all'Olimpiade di Los Angeles nel 1984.Il 12 agosto, nella calura, è lui da solo verso il trentesimo chilometro, è lui a staccare i sorprendenti Treacy (Irlanda) e Spedding (Gran Bretagna) e a trionfare in 2h09'20", nuovo record olimpico. Il Portogallo vince la rassegna olimpica nella maratona. Quasi un anno dopo, il lusitano entra definitivamente nella all time di nuovo a Rotterdam. Questa volta non c'è De Castella che tenga; a 38 anni, in assoluta solitudine, passa in 1h03'25" a metà. Solo il vento rallenta un po’ la sua azione, ma Carlos reagisce con degli intermedi di 14'57" ogni 5000 e chiude in 2h07'11". Primo uomo a scendere sotto 2h08'00". Peccato che abbia già 38 anni e che finisca la carriera dopo un anno…..    

Re e Biscuola terzi a Milano

Davide Re , imperiese in forza alle Fiamme Gialle, più volte azzurro dei 400 , stasera si è avventurato su un territorio per lui sconosciuto, affrontando la distanza spuria dei 600 m nella "Walk and middle distance night", ambiziosa riunione su pista voluta al campo 25 Aprile di Milano da Giorgio Rondelli, in passato coach di Alberto Cova. Davide ne veniva da un lungo periodo di assenza dalle gare  e si è piazzato al terzo posto in 1'18"22. La gara è stata vinta dalla grande promessa che risponde al nome di Vladimir Aceti (Vis Nova Giussano), ancora allievo, primo in 1'17"87 davanti a Abdellah Machmach , accreditato dello stesso tempo. Nell'analoga prova femminile bella prestazione di Stefania Biscuola (Arcobaleno), terza in 1'31"60 a un'inezia dal record ligure. Un bell'inizio.

Speciale Maratona di Londra 3-I favoriti di domenica

Eliud Kipchoge contro Kenenisa Bekele. Anche se il re etiope del mezzofondo mondiale dei primi anni del secondo millennio rientra dopo un lungo periodo di assenza dalle competizioni, sembra questo il leit motiv della Maratona di Londra in programma domenica 24 aprile "Sono solo al 90%", ha dichiarato alla stampa il formidabile etiope.Per chi non lo conoscesse, Bekele ha avuto un record di imbattibilità su 5000 e 10000 m dal 2001 al 2007 in 27 gare. L'unica gara nella quale finora non si è espresso ancora bene (è ancora detentore del mondiale sui 10000 m, tanto per fare un esempio, con  26'20"31) è la maratona, corsa in 2h05'04". Sicuramente gode dei favori del pronostico il keniano Eliud Kipchoge, capace di 2h04'00" che lo colloca al sesto posto di tutti i tempi. Runner tattico, capace di leggere le situazioni: vuole vincere. Dennis Kimetto, il migliore di tutti i tempi (2h02'57") è al via, ma non sembra in condizione. Al via anche l'altro keniano Wilson Kipsang (terzo di tutti i tempi con 2h03'23"): il personale fa paura ma la forma attuale un po’ meno…Ed ecco gli altri etiopi: Sisay Lemma , Tilahun Regassa, Abera Kuma. Magari nomi non troppo noti, ma capaci, pensiamo, di sostenere almeno fino a metà gara il ritmo delle lepri che, come detto in conferenza stampa, passeranno in 1h01'45". Fra le donne scontro fra la keniana Mary Keitany e la vincitrice 2015, Tigist Tufa (Etiopia).

Davide Re gareggia nella walk and middle distance night

Venerdì 22 aprile la prima notturna su pista nazionale è la Walk and middle distance night, riunione nazionale organizzata da Giorgio Rondelli, già tecnico del campione olimpico Alberto Cova, di Francesco Panetta e di tanti altri azzurra, sulla pista del "25 aprile" di Milano. Sarà interessante vedere all'opera, sulla distanza spuria dei 600 m, l'imperiese Davide Re (Fiamme Gialle), che fa la prima uscita stagionale prima di puntare sui "suoi" 400 m. A livello assoluto ci sarà da seguire Eleonora Giorgi nella marcia e la novità Ahmed El Mazoury (Fiamme Gialle) sui 5000 m.

E' la stampa, Bellezza-2 Il caso Rattazzi

Mi aggiravo nei pressi del PC nervosamente, un po’ come Amleto prima dell'incontro con il fantasma del padre. Finalmente, dopo tante cronache delle Marce dell'Amicizia, dell'odio, di Vivicittà, Muoricittà e affini il caporedattore mi aveva affidato uno scoop: la corsa in montagna dell'Alta Valpolcevera. Avevo già avuto i risultati, ma non volevo fare il solito compitino stile notizia TASS  della Cortina di ferro degli anni settanta: basta con "Ha vinto Tizio, allenato da Caio, davanti a Sempronio. Basta! La serata era piena di un senso di malinconia, di spleen à la Baudelaire, ma attinsi al repertorio di frasi colorite stile Rabelais, di metafore da futurista, di doppi (e tripli) sensi dadaisti. E inviai dopo avere diligentemente archiviato. Tempo un'ora, e squillò il telefono fisso. Chi avrebbe risposto?: 1) Call center noiosissimi; 2) Parenti e familiari (da incrociare le dita); 3)Il caporedattore.  La voce stentorea, alla John Wayne, del centralino, mi gelò: " Ti passo Guido". Trattenni il respiro : "Ma dico, chi ti credi di essere? Montanelli? Bocca? Ma ci prendi per i fondelli? Ti riporto quello che hai scritto: "Ecco il solito RITORNIELLI delle corse su strada genovesi: Rattazzi , muovendo i suoi arti inferiori APPRONZATI dal sole (chissà quanti chilometri fatti nella calura)ha vinto con l'agilità dei gattazzi, sprintando in discesa con azione LENCISA, quasi a rotta di PICOLLO. Il tutto sotto lo sguardo di un signorotto, che dico un valvassore, che dico un VASSALLO della sua società….." Ma scherziamo? Vuoi che ci prendiamo una denuncia per diffamazione? Riscrivi subito l'articolo" Ti do mezz'ora di tempo! Dobbiamo chiudere la pagina!". E così, come in un fumetto di Arcibaldo e Petronilla ( mi sembrava di sentire risuonare la minaccia: "alla prima che mi fai ti licenzio e te ne vai ")  riscrissi tutto con una sorta di rassegnata codificazione dell'ovvio. Ancora una volta la creatività era naufragata…….

Speciale Maratona di Londra 2- Una gara epica

Un cast stellare: si dice così, ma quando una maratona presenta due mezzofondisti che hanno fatto la storia dell'atletica (Tergat e Gebrselassie), due maratoneti  collezionisti di vittorie (Khannouchi e El Mouaziz) e il campione europeo in carica (Stefano Baldini) si capisce che nell'aria c'è qualcosa di importante. Londra, 14 aprile 2002. L'interesse è tutto per Haile Gebrselassie. Il piccolo, sorridente etiope  fa l'esordio assoluto sui 42,195 chilometri. In realtà a 15 anni aveva corso una maratona in 2h48', ma l'esordio vero è quello su suolo british. Dopo avere stabilito 17 record mondiali in carriera spalmati su 5000, 10000 e 3000, dopo avere dominato olimpiadi e mondiali, Haile ha capito che ci vogliono nuovi orizzonti. Il nuovo è quello dei 42,195 chilometri. Sarà il primo uomo a scendere sotto le 2h00'00? Se lo chiedono in tanti che, in una giornata umida, si assiepano sul percorso che dal meridiano di Greenwich passa vicino al Cutty sark, al ponte dei Frati neri, per poi convergere nella zona dei docks e quindi arrivare (in maniera regale) vicino a Buckingham Palace. Non pensano certo al panorama Abdelkader El Mouaziz, Tergat, Gebre, Khannouchi che, aiutati da alcune lepri, transitano attorno a 1h02'00" a metà "Ho capito subito che stavano correndo a ritmi folli- dichiara Stefano Baldini pensando alla gara- e ho preferito stare nel gruppo degli inseguitori". Gebre sta coperto, ogni tanto si alterna a Khannouchi quasi come in un patto silenzioso. "Aspetta il momento propizio", pensano in molti.  Al 30° chilometro la composizione del gruppo di testa non cambia, finchè…..finchè la maratona non rivela il lato più misterioso e affascinante. La legge del 30° chilometro non guarda in faccia a nessuno. All'uscita della Torre sul Tamigi Khannouchi esce come sparato da un cannone. Dietro Tergat è in difficoltà. Poco più indietro Haile, l'espressione un po’ sofferente. Una fitta, un crampo al polpaccio minano la magnifica corsa dell'erede di Abebe Bikila. Sul lunghissimo rettilineo che porta verso Buckingham Palace si celebrano le  qualità del marocchino Khalid Khannouchi: emigrante a Brooklyn, secondo una leggenda metropolitana si allenava a mezzanotte, finito il turno di cameriere. E' un mestiere che non farà mai più, perché piomba sul traguardo in 2h05'38", nuova migliore prestazione mondiale di tutti i tempi. Secondo è Paul Tergat, il secondo migliore arrivato di tutti i tempi con 2h05'48". Terzo, il più applaudito. Gebre con 2h06'35". Uno dei migliori esordi di tutti i tempi. Quarto El Mouaziz (Marocco) in 2h06'52". Sesto Stefano Baldini, al record italiano (tuttora imbattuto) con 2h07'29". Ancora adesso vengono i brividi.

Speciale Londra 2- Una gara epica nel 2002.

Un cast stellare: si dice così, ma quando una maratona presenta due mezzofondisti che hanno fatto la storia dell'atletica (Tergat e Gebrselassie), due maratoneti  collezionisti di vittorie (Khannouchi e El Mouaziz) e il campione europeo in carica (Stefano Baldini) si capisce che nell'aria c'è qualcosa di importante. Londra, 14 aprile 2002. L'interesse è tutto per Haile Gebrselassie. Il piccolo, sorridente etiope  fa l'esordio assoluto sui 42,195 chilometri. In realtà a 15 anni aveva corso una maratona in 2h48', ma l'esordio vero è quello su suolo british. Dopo avere stabilito 17 record mondiali in carriera spalmati su 5000, 10000 e 3000, dopo avere dominato olimpiadi e mondiali, Haile ha capito che ci vogliono nuovi orizzonti. Il nuovo è quello dei 42,195 chilometri. Sarà il primo uomo a scendere sotto le 2h00'00? Se lo chiedono in tanti che, in una giornata umida, si assiepano sul percorso che dal meridiano di Greenwich passa vicino al Cutty sark, al ponte dei Frati neri, per poi convergere nella zona dei docks e quindi arrivare (in maniera regale) vicino a Buckingham Palace. Non pensano certo al panorama Abdelkader El Mouaziz, Tergat, Gebre, Khannouchi che, aiutati da alcune lepri, transitano attorno a 1h02'00" a metà "Ho capito subito che stavano correndo a ritmi folli- dichiara Stefano Baldini pensando alla gara- e ho preferito stare nel gruppo degli inseguitori". Gebre sta coperto, ogni tanto si alterna a Khannouchi quasi come in un patto silenzioso. "Aspetta il momento propizio", pensano in molti.  Al 30° chilometro la composizione del gruppo di testa non cambia, finchè…..finchè la maratona non rivela il lato più misterioso e affascinante. La legge del 30° chilometro non guarda in faccia a nessuno. All'uscita della Torre sul Tamigi Khannouchi esce come sparato da un cannone. Dietro Tergat è in difficoltà. Poco più indietro Haile, l'espressione un po’ sofferente. Una fitta, un crampo al polpaccio minano la magnifica corsa dell'erede di Abebe Bikila. Sul lunghissimo rettilineo che porta verso Buckingham Palace si celebrano le  qualità del marocchino Khalid Khannouchi: emigrante a Brooklyn, secondo una leggenda metropolitana si allenava a mezzanotte, finito il turno di cameriere. E' un mestiere che non farà mai più, perché piomba sul traguardo in 2h05'38", nuova migliore prestazione mondiale di tutti i tempi. Secondo è Paul Tergat, il secondo migliore arrivato di tutti i tempi con 2h05'48". Terzo, il più applaudito. Gebre con 2h06'35". Uno dei migliori esordi di tutti i tempi. Quarto El Mouaziz (Marocco) in 2h06'52". Sesto Stefano Baldini, al record italiano (tuttora imbattuto) con 2h07'29". Ancora adesso vengono i brividi.