Migliore prestazione italiana di Ilaria Accame
NUOVA MIGLIOR PRESTAZIONE ITALIANA PER ILARIA ACCAME!!!
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Dal passato al futuro prossimo: lunedì 18 aprile il grande favorito della 126esima Maratona di Boston sempre il keniano Geoffrey Kamworor, personale di 2h05'23" ma soprattutto uomo di grande classe, tre volte campione mondiale di mezza maratona e due volte di cross. La sua forza muscolare gli ci vorrà per affrontare i saliscendi del percorso. Sicuramente ha ancora molto da dire su gare di 42,195 chilometri. In gara anche il campione uscente 2019 Benson Kipruto e l'etiope, due volte vincitore, Lelisa Disesa. Interessante il campo delle partenti, con due runner in grado di correre sotto 2h18'002 come la keniana Peres Jepchirchir e l'etiope Degitu Azimeraw, quindi Ababael Yeshanew e Viola Cheptoo.
19 aprile 1982. Fa molto caldo, insolitamente caldo sulle strade del Massachusetts. Sotto la spinta di Alberto Salazar, due volte vincitore a New York, il gruippe dei battistrada si assottiglia. All'inizio della terribile Heartbreak Hill restano in quattro: l'eroe di casa Bill Rodgers, sazio di risultati e dollari, Salazar, e le soprese Dick Beardsley e Ed Mendoza. Tutti e quattro americani. Diventerà un caso più unico che raro con l'andar del tempo. Pochi chilometri più in su, devono cedere Rodgers e Mendoza. Restano la'mericano che agreggia per l'Athletics West di Eugene, Oregon, e la sopresa Beardsley. Che non molla nemmeno quando, con il consueto incedere, Alberto strappa e accellera. E' solo sul lunghissimo rettilineo che porta nel centro città, fra una selva di grattacieli, vicinoa lle transenne assiepate, che Salazar fa appello alle ultime energie per partire in volata e vincere in 2h08'52" davanti a Dick, staccato di soli due secondi. Neanche il tempo di esultare, e SAlazar è colto da una crisi di disidratazione. Viene ricoverato all'ospedale cittadino e, per fortuna, dimesso. Per la prima volta nella storia di Boston, il primo e il secondo scendono sotto i 2h09'00".
Una premessa: la 126esima Maratona di Boston si disputa lunedì 18 aprile. Nella storia della manifestazione del Massachusetts , fino al 1988 quasi tutti i vincitori erano americani, europei o oceanici (vedi De Castella). Dal 1988 (vittoria di Ibrahim Hussein9 arriva l'onda d'urto keniana e etiope. Ricordiamo i tre volte vincitori Hussein , Cosmas Ndeti, e Robert Kipcoech Cheruyot, il bivincitoreetiope Lelisa Desisa, il record del percorso (2h03'02" del keniano Geoffrey Mutai). Andanado a ritroso ricordiamo, negli anni trenta , i sette successi di Clarence Demar, e i quattro del mitico Bill Rodgers. Il percorso è in leggera d8iscesa, e quindi non è considerato significativo tecnicamente dal punto di vista delle prestazioni.
21 aprile 1986. A Boston la temperatura sembra ideale per una gara all'altezza della fama. Le attenzioni vanno sull'australiano Robert DE castella, campione mondiale in carica a Helsinki. Al via anche il due volte re di New York Oelando PIzzolato. Robert non si fa attendere e fa subito gara di testa con un passaggio a metà gara di 1h03'38" che, addirittura, fa pensare al miglioramento del mondiale in possesso del portoghese Carlos Lopes. La prova è magnifica, De Castella resiste anche sulla terribile salita della Collina Spezzacuore e vince in 2h07'51", record della gara. Sarà record bostoniano per molti anni...Con gara sapiente di rimonta Orlando Pizzolato è terzo. De Castella continua così la saga degli uomini ritmo australiani come Ron Clarke, Derek Clayton, poi Steve Moneghetti.
18 aprile 1988 Gelindo Bordin non e' ancora campione olimpico, ma inizia a far parlare di se' nella Maratona di Boston. Il campo dei partenti è quanto di meglio si possa trovare, con il re di New York Ibrahim Hussein, l'irlandese John Treacy, argento a Los Angeles 1984, Bordin e Gianni Poli, detentore del record itaiano con 2h09'57'.' E' il solito, scatenato tanzaniano Juma Ikangaa a scandire il ritmo e gli si accodano Hussein, Treacy e gli italiani. Nel lungo rettilineo che porta al traguardo e al centro città, sprinta Ibrahim Hussein e vince in 2h08'43'' precedendo di un solo secondo Ikangaa e inserendosi nel ristretto novero dei maratoneti che abbiano fatto l'accoppiata con New York. Terzo è John Treacy, al recoord personale con 2h09'15''. Gelindo Bordin, quarto con 2h09'27'', realizza il nuovo record nazionale strappandolo a Gianni Poli, che guardacaso è quinto con 2h09'33''. Una bella giornata per la maratona azzrra.
La campionessa mondiale in carica di maratona Ruth Chepn'getich si è resa protagonista di una bella performance nell'ultimo fine settimanac di gare con un accoppiata 5000-10000 metri in occasione dei Campionati nazionali keniani degli agenti di custodia a Kasarani. Nei 10000 metri Ruth ha vinto in 31'55"47 davanti a Alice Aprot, 31'58"43, e a Lilian Chepkorir, 32'00"42. Nelle gare di contorno 42'57"3 di SAmel Gathimba nei dieci chilometri di marcia.
E’ delle gemelle Rebecca e Veronica Meniconi il risultato più interessante del Memorial Benito Bruzzone, riunione su pista giovanile caratterizzata dalla grande partecipazione (800) sulla pista del Marco Pala di Cogoleto domenica 10 aprile. Le due piccole gazzelle, allenate da Sauro Ivani per l’Universale Don Bosco hanno vinto i 500 metri ragazze in 1’28”66 . Rebecca è stata prima, seconda Veronica con 1’29”05. Il loro tempo è stato addirittura migliore di quello ottenuto nell’analoga gara maschile! Inutile dire che è un crono che fa risaltare la riunione creata in memoria del giudice Fidal scomparso due anni fa. Per quanto riguarda le altre gare, primo posto negli 80 cadetti di Ludovico DE Ferrari (Alba Docilia) in 11”37 (-2.3), quindi nei 200 cadette primo posto di Asia Zucchino (Celle Ligure) in 28”79. Negli 80 cadetti affermazione di Matteo Lippi (Cus) in 9”98 (+0.9).
https://www.fidal.it/risultati/2022/REG27753/Index.htm
B come Boston. B come Bordin Gelindo, campione olimpico 1988 a Seoul in carica. Quando sei campione olimpico di maratona, cambiano parecchie cose. Sei il favorito. E "Gelo" lo era anche in quella mattinata tersa, serena, con partenza dalla pineta di Hopkington verso il centro della capitale del Massachusetts . Il keniano Kipkemboi Kimeli giocò subito la carta dell'attacco nella prima discesa, una mossa troppo intraprendente, spavalda. Fu cronometrato, secondo una leggenda metropolitana, in 13'55" ai primi cinque chilometri! Gelindo lasciò fare, lasciò fare anche il tanzaniano Juma Ikangaa, l'uomo delle mille maratone, indistruttibile animatore di chissà quante competizioni. Ikangaa passò attorno all'ora e due minuti a metà, ancora un passaggio da record del percorso. Lì iniziò il recupero di Gelindo, ancora una volta perfetto nel leggere la tattica di gara. Al trentesimo chilometri, sulla Heartbreak Hill, il campione veneto affianca Ikangaa, stremato dalla partenza troppo rapida, Un'accelerazione, poi Bordin se ne va, e in discesa vola verso il centro della città, vincendo in 2h08'19", nuovo record italiano. Una gara davvero indimenticabile...
Contrariamente alla starting list di qualche settimana fa, l'etiope e fuoriclasse Kenenisa Bekele non prenderà parte all'ultracentenaria Maratona di Boston in programma lunedì 18 aprile. Il manager e allenatore Jos Hermens ha dichiarato che il quasi quarantenne Kenenisa, secondo uomo di tutti i tempi sulla distanza con 2h01'41", si è infortunato in allenamento. L'infortunio non gli consente di partire in buone condizioni. Probabilmente Bekele prenderà parte a New York. Tutto rinviato, quindi...Non è la prima volta.